11 febbraio 2025 -E’ un senso di sfinimento sia fisico che psichico, anche senza la comparsa dialtri disturbi, è senz’altro l’effetto collaterale più frequente dellachemioterapia. In molti casi ha inizio durante la somministrazione dei farmacioppure subito dopo. Può essere particolarmente intensa nelle 36-48 ore cheseguono la seduta di chemioterapia.
La fatigue puòessere considerata parte integrante della sintomatologia causata dal tumore,come effetto collaterale delle terapie oncologiche e non oncologiche, oppurecome espressione di uno stato depressivo.
Molte sono lecause che provocano la fatigue nei malati di cancro. Alla base possono essercianemia, disordini del metabolismo e infezioni, cui si sovrappongono fattoripsicologici quali le inevitabili paure che la diagnosi di cancro porta con sé.Possono provocare la fatigue anche i trattamenti oncologici, dolori di varianatura e problemi alimentari (difficoltà a nutrirsi, diarrea, vomito, perditadi peso, anoressia), disturbi del sonno. Gli interventi farmacologici possonoin qualche caso giovare (anche se purtroppo non esiste una terapiafarmacologica efficace nel prevenire o nell’eliminare la fatigue), ma imigliori risultati si ottengono dalla combinazione delle terapie con unadeguato sostegno psicologico. Lo spazio per un intervento psicologico è unmomento delicato e fonda la sua ragione d’essere nell’attenzione e nel rispettodei bisogni della persona.
L’obiettivo di unintervento strutturato di supporto psicologico, rivolto al benessere globale ealla riabilitazione individuale e sociale, è di accompagnare la personaaiutandola ad affrontare i momenti più difficili e ad organizzare la propriavita quotidiana, gestendo meglio i disagi causati dalla fatigue.