Fecondazione assistita: nel 2023 in Italia ottenute oltre 15mila gravidanze

Pubblicato il:
7.2.2025

7, febbraio 2025 -Aumentano le gravidanza ottenute grazie alle tecniche di fecondazione assistitain Italia. Nel 2023 sono state 15.085, in media 3,9 per ogni 100. Lo indica ilrapporto del ministero della Salute sulla natalità che traccia il quadro dellamaternità in Italia. Il 60% delle donne che hanno un figlio lavorano, in duecasi su 10 sono straniere e ancora troppo spesso sono sottoposte a tagliocesareo. Avviene in un caso su 3 che diventa uno su 2 se si tratta di unagravidanza da fecondazione assistita. Lo scorso anno - secondo il rapporto - legravidanze da fecondazione assistita erano state 14.364, quindi 3,7 su 100, inaumento di circa il 5% anno su anno. La fecondazione in vitro con trasferimentodi embrioni in utero riguarda il 47,7% dei casi mentre la fecondazione in vitrotramite iniezione di spermatozoo in citoplasma riguarda il 35,4% dei casi e il5,5% il trasferimento dei gameti maschili in cavità uterina. L'utilizzo dellevarie metodiche è molto variabile dal punto di vista territoriale. Nellegravidanze con Pma il ricorso al taglio cesareo nel 2023 si è verificato nel50,4% di casi. Resta ancora alta la percentuale di parti plurimi in gravidanzemedicalmente assistite (6,9%) rispetto a quella registrata nel totale dellegravidanze (1,5%). Ma, spiega Laura Rienzi, embriologa e direttore scientificodel gruppo Genera, "grazie all'avanzamento delle tecniche che consentonooggi di studiare lo stato di salute degli embrioni e di trasferire solamentequelli non affetti da patologie cromosomiche o ereditarie, con la politica del'single embryo transfer', siamo riusciti negli anni a ridurre le nasciteplurime". La riduzione di parti gemellari e' scesa in alcuni centri a menodell'1%.

Una maggiorefrequenza di parti con procreazione medicalmente assistita ha riguardato ledonne con un livello di istruzione alto (5,8%) e le donne con età superiore ai35 anni. Il rapporto traccia inoltre il quadro della natalità in Italia eriferisce che si partorisce 9 volte su 10 negli Istituti di cura pubblici edequiparati, e circa il 20,1% delle madri sono di cittadinanza non italiana.L'età media della madre è di 33,2 anni per le italiane mentre scende a 31,2anni per le cittadine straniere. Le aree geografiche di provenienza piùrappresentate, sono quella dell'Africa (29,6%) e dell'Unione Europea (17,9%).Le madri di origine Asiatica e Sud Americana costituiscono rispettivamente il21,0% e l'8,3% delle madri straniere". Delle donne che hanno partoritonell'anno 2023, "il 42,4% ha una scolarità medio alta, il 22% medio bassaed il 35,6% ha conseguito la laurea. Fra le straniere prevale invece unascolarità medio bassa (41,2%)", si legge nel report.     In Italia poi 6 madri su 10 lavoranomentre il 23,7% sono casalinghe e il 14,2% disoccupate o in cerca di primaoccupazione. La condizione professionale delle straniere che hanno partoritonel 2023 è per il 50,1% quella di casalinga a fronte del 67,9% delle donneitaliane che hanno invece un'occupazione lavorativa. Il rapporto confermainfine il ricorso eccessivo al parto chirurgico: in media ha sfiorato un partosu 3, esattamente il 30,3%. "I dati denotano comunque - si legge - unatendenza alla diminuzione in linea con le indicazioni delle Linee di indirizzoper la promozione e il miglioramento della qualità, della sicurezza edell'appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e perla riduzione del taglio cesareo".

Post Recenti

torna a news
Newsletter FOCE
Iscrivi alla Newsletter per restare sempre aggiornato sulla pubblicazione di nuovi contenuti
Grazie per esserti iscritto
Qualcosa non va. Controllare i dati inseriti e riprovare.